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Google che lavora sull’Autopilot dal 2009, fa causa a Uber accusandola di aver sottratto la sua tecnologia, tramite la startup Otto, fondata da ex dipendenti del motore di ricerca, tra cui il principale indiziato Levandowski.

Le accuse sono di quelle pesanti, Uber avrebbe rubato a Google la tecnologia per le auto che si guidano da sole che la popolare app per la mobilità sta sperimentando in Arizona. E ad aver consegnato a Uber il brevetto targato Mountain View sarebbe proprio stato un ex dipendente del colosso della Silicon Valley. Questa l’accusa che ha portato Alphabet, casa madre del motore di ricerca più usato al mondo, a denunciare presso la corte federale di San Francisco alcuni dipendenti di Uber, tra i quali Anthony Levandowski, che nel gennaio 2016 aveva lasciato Waymo, la divisione di Alphabet al lavoro da quasi otto anni sulle “self-driving cars, per fondare una sua startup, Otto, che puntava a sviluppare furgoni che si guidano da soli. Dopo appena sei mesi, Otto fu comprata da Uber per 680 milioni di dollari. Altri quattro mesi dopo, Uber avviò i suoi test su vetture senza conducente. Sulla base, accusa Google, delle tecnologie che Levandowski avrebbe scaricato dai computer di Waymo.
«Prendiamo seriamente in considerazione le accuse e approfondiremo attentamente la questione» ha commentato un portavoce del colosso del trasporto automobilistico privato.
La questione potrebbe inasprire ulteriormente i rapporti tra Uber e Google , una volta alleati e ora rivali. Google ha investito 258 milioni di dollari in Uber, ma la sua controllata Waze ora si sta espandendo in un servizio di carpooling che potrebbe attirare personale da Uber.